Sontuose chiese, complessi monastici, palazzi antichi, due porte urbiche, un quartiere militare, le cantine storiche compongono il rilevante patrimonio monumentale che la città vanta.
La solenne chiesa Madre, di presunte origini normanne del tutto rinnovata nel secolo XVII, e il palazzo VII Aprile, di aspetto settecentesco, con le loro facciate, sia pure diversificate negli stili, animano la piazza Loggia, mentre il complesso di San Pietro (sec. XVI) con l’ alta specola cinquecentesca domina il Cassaro, la via principale.
Le chiese del Purgatorio, di San Giuseppe, San Francesco, con l’evidente impronta barocca creano un felice connubio tra architettura e contesto urbano.
Il magnifico chiostro (XVIII e XIX secolo) del convento del Carmine, la chiesa, il campanile corredato da una stupefacente scala elicoidale, e la splendida piazza, rendono il complesso un luogo di rara bellezza ed uno dei più suggestivi della città.
Marsala vanta istituzioni museali di notevole rilevanza e laboratori di archeologia e di pittura.
Il Museo Archeologico Regionale “Baglio Anselmi” custodisce reperti dell’antica Lilibeo, tra cui una bellissima statua di Venere Callipige e l’interessante relitto di una nave punica il cui naufragio è databile alla metà III secolo a.C. in coincidenza con la battaglia delle Egadi (241 a.C.).
L’ex monastero di San Pietro è un importante centro polivalente con la Biblioteca Comunale, sale per conferenze e mostre, videoteca, fonoteca, ludoteca: vi ha sede inoltre l’interessante Museo Civico, suddiviso nelle sezioni, Risorgimentale-garibaldina, Archeologica, Tradizioni Popolari.
Otto magnifici arazzi fiamminghi, donati alla chiesa Madre nel 1589 da Mons. Antonio Lombardo, compongono il museo attiguo alla stessa chiesa .
L’Archivio Storico Comunale e l’Ente Mostra di Pittura Contemporanea Città di Marsala sono ospitati nel complesso del Carmine.
La solenne chiesa Madre, di presunte origini normanne del tutto rinnovata nel secolo XVII, e il palazzo VII Aprile, di aspetto settecentesco, con le loro facciate, sia pure diversificate negli stili, animano la piazza Loggia, mentre il complesso di San Pietro (sec. XVI) con l’ alta specola cinquecentesca domina il Cassaro, la via principale.
Le chiese del Purgatorio, di San Giuseppe, San Francesco, con l’evidente impronta barocca creano un felice connubio tra architettura e contesto urbano.
Il magnifico chiostro (XVIII e XIX secolo) del convento del Carmine, la chiesa, il campanile corredato da una stupefacente scala elicoidale, e la splendida piazza, rendono il complesso un luogo di rara bellezza ed uno dei più suggestivi della città.
Marsala vanta istituzioni museali di notevole rilevanza e laboratori di archeologia e di pittura.
Il Museo Archeologico Regionale “Baglio Anselmi” custodisce reperti dell’antica Lilibeo, tra cui una bellissima statua di Venere Callipige e l’interessante relitto di una nave punica il cui naufragio è databile alla metà III secolo a.C. in coincidenza con la battaglia delle Egadi (241 a.C.).
L’ex monastero di San Pietro è un importante centro polivalente con la Biblioteca Comunale, sale per conferenze e mostre, videoteca, fonoteca, ludoteca: vi ha sede inoltre l’interessante Museo Civico, suddiviso nelle sezioni, Risorgimentale-garibaldina, Archeologica, Tradizioni Popolari.
Otto magnifici arazzi fiamminghi, donati alla chiesa Madre nel 1589 da Mons. Antonio Lombardo, compongono il museo attiguo alla stessa chiesa .
L’Archivio Storico Comunale e l’Ente Mostra di Pittura Contemporanea Città di Marsala sono ospitati nel complesso del Carmine.
PALAZZO GRIGNANI - PINACOTECA COMUNALE
MUSEO BAGLIO ANSELMI
Baglio Anselmi è oggi sede del Museo Archeologico Regionale ma fino al secolo scorso era utilizzato come Stabilimento vinicolo.
E’ parte del Parco Archeologico di Lilibeo. Nel 1986 fu scelto per l’esposizione e la conservazione del relitto della nave punica e dei numerosi reperti archeologici datati II e I secolo a.C. fino al I d.C., e di una straordinaria collezione di anfore che indicano la fiorente attività commerciale in questo mare. - VISITA VIRTUALE Tel/Fax 0923 952535
Biglietto intero Euro 4,00 Biglietto ridotto Euro 2,00 ( per ragazzi dai 18 ai 25 anni) SITI E ORARI Museo (Lungomare Boeo, 30) Martedì, domenica e festivi ore 9.00-13.30 (ultimo ingresso 12.30) Da mercoledì a sabato ore 9.00-18.30 (ultimo ingresso 17.30) Area archeologica (ingresso dal Museo) Martedì, domenica e festivi ore 9.00 – 12.30 Da mercoledì a sabato ore 9.00-16.30 Gratuito da 0 a 18 per tutte le scolaresche in visita, per il personale dei beni culturali, statali e regionali, docenti e studenti universitari. (con indirizzo storico artistico accademia belle arti) per i portatoti di handicap, guide turistiche, Magistrati, Forze militari in visita, Forze Polizia Giudiziaria. |
LA NAVE PUNICA
l relitto della nave punica, il cui naufragio risale al III sec. a. C. , probabilmente nel corso della battaglia delle Egadi (241 a.C.), è stato rinvenuto nel 1971, nel tratto di mare al largo dell’isola Lunga in prossimità di Punta Scario, all'imboccatura nord della Laguna dello Stagnone di Marsala, da una missione inglese.
La linea slanciata e le caratteristiche del fondo della carena, la identificano come nave da combattimento a remi, lunga 35 m. e larga 4,80 m., con circa 68 vogatori. Di essa si conservano la poppa e la fiancata. Le linee-guida e i segni dell'alfabeto fenicio-punico, incisi e dipinti sul fasciame, hanno consentito di conoscere la tecnica di costruzione navale delle maestranze puniche nota dalle fonti classiche (Polibio, Plinio). |
LA CHIESA MADRE
La chiesa, da sempre adibita a Chiesa Madre, è posta nel cuore del centro storico della città, prospetta su Piazza della Repubblica o Loggia, sulle vie Garibaldi e Garraffa, su Piazza F. Maggio e su Piazza del Purgatorio. Venne costruita in epoche diverse già a partire dal 1176, al posto della primigenia cattedrale edificata in età paleocristiana e probabilmente distrutta nel corso dell'invasione araba. Secondo la tradizione, la dedica a S. Tommaso Becket, vescovo di Canterbury, si fa risalire al naufragio lungo le coste marsalesi di una nave carica di colonne corinzie destinate ad una chiesa da erigere in Inghilterra in onore del Santo. Le colonne vengono poi utilizzate per il pronao (atrio) dell'originario tempio. Dal 1473 al 1600 viene sottoposto a vari ampliamenti e nel contempo si arricchisce di opere importanti e prestigiose oggi considerate patrimonio d'arte rinascimentale della città. La delibera per la costruzione dell'attuale Duomo è del 1607 e la riapertura al culto del 1656, allorchè viene completato il transetto con le cinque cappelle. Nel 1717 l'architetto G. B. Amico realizza la volta a botte sulla navata centrale. La cupola, completata nel 1827, crolla nel 1892 a causa del cedimento dei piloni portanti. Lavori di sostegno e di restauro vengono eseguiti nel 1903 e dopo la seconda guerra mondiale, in seguito ai danni provocati da un bombardamento. La facciata principale, in pietra calcarenite a vista, è abbellita da portali in marmo, di cui il centrale con motivi barocchi, ed i laterali, più recenti, con motivi in stile tardo rinascimentale. Richiami cinquecenteschi emergono dagli oculi rotondi, dalle alte paraste e dal fregio tuscanico; settecenteschi sono invece gli eleganti ornamenti del portale centrale e le mostre a scartoccio degli oculi e delle cornici del primo ordine. L'interno è a pianta basilicale con tre navate a transetto, con 14 colonne in marmo grigio di S. Vito e Billiemi e sei cappelle per lato con altari. L'interno del Duomo è impreziosito di pregevoli opere d'arte; nella prima cappella di destra vi è il Battistero di marmo con cupoletta in legno in stile neoclassico. Tra le tante pregevoli opere meritano particolare attenzione la statua in marmo di San Tommaso, capolavoro di Antonello Gagini, la Madonna del Popolo di Domenico Gagini, l’icona marmorea della cappella del SS.Sacramento, opera di Bartolomeo Berrettaro e Antonello Gagini, la tela di Antonello Riccio raffigurante la Presentazione al tempio.
Tel. 0923 716295
Aperta tutti i giorni dalle 08.00 alle 12.00 dalle 15.00 alle 20.00 Orari Messa ore 09,30 e ore 19,00 |
COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN PIETRO
Il complesso occupa una vasta area inserita nel tessuto storico della città e prospetta sulle vie XI Maggio, d'Anna e Ludovico Anselmi Correale. Dalle Epistole del Papa S. Gregorio Magno dirette a S. Adeodata si deduce che il Monastero di S. Pietro ha origini molto lontane nel tempo, riconducibili al VI secolo, quando la nobile marsalese Adeodata fa erigere il Monastero a proprie spese nel sito ove era la sua casa (odierna zona della Villa del Rosario). Nel 1418, allorquando i Domenicani cedono alle Benedettine i locali del loro convento, queste lasciano il Monastero di Adeodata dove alloggiavano e si trasferiscono nell'ex convento dei Domenicani, ampliando la struttura dell'edificio con la costruzione della parte prospiciente la via XI Maggio. I nuclei principali e primigeni di tale proprietà verosimilmente sono costituiti dai due portali con archi acuti a lunghi cunei, da una torre e certamente dalla chiesa, che verrà abbellita nei secoli successivi. Del '500 è il grande corpo centrale voltato a padiglione; settecenteschi sono l'ampliamento intorno alla grande corte con il loggiato superiore ad archi impostati su pilastri, nonché la torre belvedere con le sue elevazioni a logge e con la copertura a cuspide molto simile alla copertura della Porta Nuova di Palermo. Sicuramente tale copertura viene realizzata in concomitanza con la costruzione di Piazza Loggia, dopo la metà del XVII secolo, per dar modo anche alle suore di clausura di avere uno sguardo sul mondo dall'alto, come accadeva nei monasteri palermitani nel '700. Il complesso, a pianta quadrata, annesso alla chiesa, ha una grande corte centrale; la copertura della parte est, costituita da due corpi vicini tronco-piramidali, si impone per la sua eleganza sul magnifico sfondo del cuore della città, rappresentando l'elemento dominante del complesso. I locali del piano terra sono adibiti a vari usi (Biblioteca Comunale, uffici, sale convegni, etc...). La chiesa è a pianta basilicale a navata unica; sul fondo si apre un'abside quadrata, separata dal resto della chiesa da un grande arco trionfale, e coperta da una cupola semisferica impreziosita di ornamenti ed affreschi. Degni di rilievo sono i dipinti che rappresentano alcune suore benedettine e riproducono finte architetture; un'acquasantiera in marmo databile alla seconda metà del XVI secolo e riconducibile alla scuola tardo-gaginesca; due pregevoli candelabri in legno dorato del XVIII secolo ed un prezioso paliotto d'altare del XIX secolo, ricamato a mano con fili d'oro dalle suore del monastero.
Tel. 0923 993181 – 0923 993182 – 0923 718741 – 0923 718499
Apertura dal martedì al sabato dalle 09.00 alle 13.00 dalle 16.00 alle 20.00 Chiusura Lunedì e Domenica Ingresso libero |
MUSEO CIVICO, SEZIONE RISORGIMENTALE E GARIBALDINA
Sono esposte stampe d’epoca, documenti originali, quadri e ritratti, uniformi e divise, armi e sciabole, insieme a revolver a spillo, fucili e baionette, foto, medaglie, camicie rosse, ed una ricca iconografia relativa all’impresa dei Mille, oltre alla famosa poltrona in damasco su cui sembra che Garibaldi riposò dopo lo sbarco.
Tel. 0923 993181 – 0923 993182 – 0923 718741 – 0923 718499
Apertura dal martedì al sabato dalle 09.00 alle 13.00 dalle 16.00 alle 20.00 Chiusura Lunedì e Domenica Ingresso libero |
CHIESA E MUSEO DEL CARMINE
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Nella suggestiva piazza allungata hanno sede la chiesa, il campanile e il convento appartenuti ai Carmelitani, il primo ordine monastico insediatosi a Marsala già alla fine del XII secolo. La chiesa, sorta nel XVI secolo, fu rinnovata nel XVII
In seguito al crollo assumendo all’interno aspetto barocco il campanile viene subito ricostruito su progetto dell'architetto Amico, mantenendo l'antico basamento e così conservando il movimento oscillatorio che lo aveva reso una delle meraviglie del mondo. Nel 1490, poiché l'originaria chiesetta dei Carmelitani viene adattata a sagrestia, l'illustre carmelitano Ludovico Petrulla fa costruire un nuovo edificio di culto e ristrutturare il convento che diverrà uno dei più importanti conventi in Sicilia, dopo quelli di Palermo e di Messina. La chiesa, sconsacrata, dal 1988 è sede della Biblioteca Comunale. L'attuale impianto è tardocinquecentesco, invece le decorazioni e gli ornamenti interni, eseguiti con stucchi e affreschi, sono di epoca barocca. La facciata della chiesa è caratterizzata da un porticato sostenuto ai lati da quattro piloni e al centro da due colonne in calcarenite. Il prospetto si conclude con un cornicione aggettante, all'interno è a pianta rettangolare ad una sola navata con abside semicircolare; le cappelle laterali, progettate dall'architetto Giovanni Biagio Amico, accolgono gli altari. La chiesa fa parte di un complesso comprendente oltre al monastero, di cui rimane solo la facciata, anche il campanile, che rappresenta senza dubbio l'elemento architettonico più interessante dell'insieme. Esso è costituito da una torre ottagonale, distante dalla chiesa pochi centimetri, con marcapiano in terra tufacea di impostazione cinquecentesca e con cupoletta verde a costoloni, simile a quella di Santa Maria della Grotta, presumibilmente opera dell'Amico. Il convento, che oggi è sede dell’Ente Mostra di Pittura Contemporanea e accoglie opere di grandi maestri contemporanei, conserva tracce architettoniche dal XIV al XIX. Interessante il chiostro interno, del XVIII secolo, che ha subito rimaneggiamenti nel XIX. Tel. 0923 713822
Aperto dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 ( da ottobre a metà giugno) dalle 18.00 alle 20.00 ( da ottobre a metà giugno) dalle 19.00 alle 21.00 ( da metà giugno a settembre) Chiusura il lunedì Ingresso libero solo nel periodo delle mostre può esserci un biglietto da pagare |
MONUMENTO AI MILLE
PALAZZO VII APRILE
Il palazzo che fu sede dei Giurati, venne edificato nel 1576 nel sito dell’antica loggia dei Pisani, motivo per cui lo spazio antistante viene comunemente chiamato dai marsalesi “piazza Loggia”. Completato alla metà del secolo XVIII con la realizzazione della facciata conferitagli dall’architetto Giuseppe Moccia, ha forti richiami palladiani nei due ordini di portici, caratterizzati da motivi a serliana. Il settore mediano notevolmente slanciato si erge a torre ospitante un orologio e, alla sommità, un vano quadrangolare aperto ad archi. Dopo il 1860 la denominazione “loggia” fu trasformata in “VII Aprile” a ricordo dell’insurrezione popolare avvenuta contro il governo borbonico il 7 aprile 1860, pochi giorni prima dello sbarco dei Mille.
Oggi nell’edificio si svolgono le riunioni del Consiglio Comunale |
MUSEO DEGLI ARAZZI FIAMMINGHI
Nel Museo sono custoditi otto magnifici arazzi fiamminghi, donati alla chiesa Madre nel 1589 da Mons. Antonio Lombardo che, probabilmente, li aveva ricevuti in dono dalla regina di Spagna.
Gli arazzi furono eseguiti con elegante intreccio di fili di lana e seta, finemente colorate, ad ordito verticale di lana, dall’arazziere di Bruxelles Cornelis Tons, attivo tra il 1550 e il 1575, su cartoni del pittore fiammingo Peter De Kempeneer che lavorò in Italia al seguito di Polidoro da Caravaggio. All’interno di cornici ornate da fiori, frutta e figure allegoriche, raffigurano otto scene della guerra giudaico-romana per la conquista di Gerusalemme, combattuta da Vespasiano e dal figlio Tito, secondo quanto descritto da Giuseppe Flavio nel De bello Judaico. Tel. 0923 711327
Aperto da martedì a domenica dalle 09.00 alle 13.00 Chiuso il lunedì Biglietto Euro 4,00 adulti Biglietto Euro 2,00 studenti |
CHIESA DELL'ADDOLORATA
La chiesa a pianta centrale fu edificata nel 1691 nel luogo di un evento miracoloso, e ricostruita nel 1790. Vi si conserva la statua della Madonna Addolorata (sec. XVIII), molto venerata dalla popolazione, e che nel giorno del Venerdì Santo, dà vita ad una partecipata e commovente processione.Chiamata anche Madonna del Fulmine in seguito ad una tormentosa tempesta avvenuta nell’inverno del 1691 in cui tutta la popolazione impaurita si rifugiò presso Porta di Mare, oggi Porta Garibaldi, per supplicare la Vergine. Si narra che un fulmine colpì il cavallo di un giovane fedele che si era fermato a pregare. Fu gridato al miracolo per aver risparmiato la vita del ragazzo.
La Chiesa che affaccia su Piazza dell’Addolorata accoglie una delle immagini più significative e suggestive di Maria l’Addolorata. La scultura sembra essere stata realizzata, da un sottoufficiale al seguito degli Spagnoli in servizio tra il 1786 e il 1790, con legno di cipresso e poi completata nei vestimenti in cartapesta e nella decorazione pittorica dal Sacerdote Donato. Di particolare suggestione il volto, che misteriosamente una mattina sembra essere stato trovato completato nei suoi tratti durante la realizzazione. Sotto l’altare che ospita la Madonna, giace il Cristo morto, dell’artista Carmelo Bruno (1934). Tel. 0923 713195
Aperta tutti i giorni dalle 08.30 alle 12.00 dalle 16.00 alle 19.00 Messa feriale ore 10,00 festivi ore 11,00 |
CHIESA DEL PURGATORIO
L'edificio insiste su Piazza del Purgatorio, al centro della quale si erge una monumentale fontana settecentesca di gusto barocco. L'ex Chiesa del Purgatorio, oggi auditorium di S. Cecilia, sorge nello stesso luogo della precedente Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano. L'edificio, ingrandito dopo una pestilenza, nel 1601 accoglie la Congregazione delle Anime del Purgatorio dalla quale trae la denominazione. Totalmente ristrutturata nel 1669 e completata nel 1710, la chiesa, con la sua cupola alta ed elegante ed il suo pregevole prospetto, rappresenta per la città un momento di favorevole equilibrio architettonico. La facciata, fatta di colonne adorne con ghirlande di frutta, di trabeazioni e di cornici che risaltano dalla superficie muraria in conci di tufo, è di ispirazione barocca. Dei tre portali di ingresso il più sfarzoso è quello centrale, ad arco, con un tondo decorato ad affresco posto alla sommità. L'interno è a pianta basilicale a tre navate con transetto, ornamenti in stucco ed affreschi settecenteschi. Tra gli stucchi sono rilevanti nel vano absidale due figure femminili, la "Fede" e la "Legge" del XVIII secolo. L'interno accoglie, oltre che pregiate tele settecentesche, un "tondo" di marmo a rilievo rappresentante "L' Annunciata", databile ai primi decenni del XVI secolo, opera di Giuliano Mancino. In sacrestia è custodito un prezioso armadio ligneo con decorazioni scultoree del XVIII secolo
Tel. 0923 716295
Aperta tutti i giorni dalle 08.00 alle 12.00 dalle 15.00 alle 20.00 |
SANTUARIO MADONNA DELLA CAVA
Giornate e orari di visita:
da lunedì a giovedì (9/12 e 16/19); venerdì e sabato (9/12).
La messa si celebra martedì, giovedì e sabato alle ore 10; domenica alle 18,30.
da lunedì a giovedì (9/12 e 16/19); venerdì e sabato (9/12).
La messa si celebra martedì, giovedì e sabato alle ore 10; domenica alle 18,30.
MUSEO WHITAKER
Il Museo G. Whitaker, situato nella Palazzina costruita da Giuseppe Whitaker sull’isola di Mozia come abitazione di campagna, accoglie reperti provenienti in massima parte dall’antica città fenicia di Mozia.
Oltre alla ormai storica Collezione Whitaker, esposta nell’Ala Whitaker, nelle medesime vetrine di legno dipinte di bianco dei primi del 1900, il Museo ospita una vasta selezione dei materiali provenienti degli scavi moderni effettuati in diversi punti dell’abitato di Mozia (1960-1993), collocati nei locali ricavati dalla ristrutturazione di ambienti di servizio della Palazzina stessa. I visitatori troveranno una sala dedicata interamente alla didattica: un plastico dell’isola di Mozia con l’indicazione delle zone archeologiche e numerosi pannelli illustrati riguardanti la storia dei Fenici e la loro civiltà. Nella sala con il lucernario, il vecchio cortile di servizio della Palazzina Whitaker, è esposta la statua del “Giovane di Mozia”; alle spalle della statua due porte introducono alla nuova esposizione. La grande sala dal tetto a capriate, l’antica cucina Whitaker, ospita le vetrine e i pannelli relativi ai ritrovamenti di epoca preistorica, i materiali delle Fortificazioni e quelli provenienti dalle diverse zone dell’abitato di Mozia. Le attività industriali svolte sull’isola, consistenti perlopiù nella realizzazione di vasi, sono illustrate dagli oggetti provenienti dalla “Zona Industriale a sud della necropoli” e nella “Zona K/K est”. Una grande città come Mozia doveva senz’altro possedere più di un luogo di culto. A tutt’oggi si conosce il santuario di “Cappiddazzu”, del quale è noto l’aspetto architettonico successivo alla distruzione del 397 a.C. Gli scavi del santuario hanno restituito materiali sia fenici che greci ( VII – IV sec. a.C.) ma anche vasellame romano e oggetti di epoca medievale, forse relativi alla frequentazione del luogo da parte dei monaci basiliani che costruirono una basilica proprio sui resti del santuario pagano. Gli scavi inglesi degli anni Sessanta del Ventesimo secolo hanno inoltre individuato due piccoli sacelli esterni alle mura, fuori Porta Nord. La sala posta in fondo è interamente dedicata all’esposizione dei materiali del Tofet, il tipico santuario delle città fenicie di Occidente, scavato da A. Ciasca. Sono presenti le grandi stele iscritte, le protomi e la maschera, oltre a numerosi vasi, relativi alla lunga vita del Santuario. Infine tre vetrine sono riservate all’esposizione dei corredi della necropoli arcaica di Mozia, materiali sia fenici che greci datati dalla fine dell’VIII sec. a.C. al V sec. a.C. Sono anche presentati i corredi della necropoli di Birgi, rinvenuti nel 1996. Un grande pannello bianco costituisce un divisorio tra la nuova esposizione e l’ala Whitaker, con la Collezione di Giuseppe Whitaker, tappa finale dell’itinerario nel nuovo museo, pur essendone il nucleo primitivo. Per i materiali della Collezione è stata conservata l’esposizione, ormai storicizzata, realizzata all’epoca di Whitaker . Tel. 0923 712598
Aperto tutti i giorni Dal 1° novembre al 31 marzo dalle 09. 00 alle 15.00 Chiusura a Natale – S. Stefano – 1° Gennaio e 6 Gennaio) Dal 1° aprile al 31 ottobre dalle 09.30 alle 13.30 dalle 14.30 alle 18.30 Biglietto unico per isola e museo Euro 9,00 adulti – Euro 5,00 studenti – Euro 6,00 gruppi oltre le nove persone |